cercano ciò che rimane del giorno ormai svoltato,
scorgono dietro le spalle lembi, ciocche di vite,
il bene ma anche il malefatto umano, una confusione
di opere discorsi invidie gelosie che dolenti o nolenti
sono trapassate nel cunicolo del giorno già obsoleto.
Ma troppo alta l'erba che circonda offusca e affoga
le macerie ancora calde sospese dentro barlumi in
cui balena una scarna primavera dove si smarrisce
il calcolo e il criterio nell'avvenenza di governi
sempre più moderni concentrati solamente nel
concepire morte telecomandata d'alta tecnologia.
Così questa guerra neuronica pseudo controllata
spalanca la sua porta del dolore al mondo intero:
pozze di sangue irrigano la terra anch'essa martoriata
e incredula al livore terrestre che non ha mai fine
nascosto nei falsi ideali di una ambiguità totale
di masse criptate l'una all'altra solidale.
Ed è questo l'enigma tragico che nasconde
certezza e verità, lo spazio e il tempo è
sempre là d'infinità e finitudine vestito che
attende al varco per cui l'ombra e l'uomo
devono passare e passeranno è certo fino
al dilavare nella luce l'accecante identità.
Così questa guerra neuronica pseudo controllata
spalanca la sua porta del dolore al mondo intero:
pozze di sangue irrigano la terra anch'essa martoriata
e incredula al livore terrestre che non ha mai fine
nascosto nei falsi ideali di una ambiguità totale
di masse criptate l'una all'altra solidale.
Ed è questo l'enigma tragico che nasconde
certezza e verità, lo spazio e il tempo è
sempre là d'infinità e finitudine vestito che
attende al varco per cui l'ombra e l'uomo
devono passare e passeranno è certo fino
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