CAPITOLO 140
“IO HO OFFESO DIO E IL GENERE UMANO PERCHÉ IL MIO LAVORO NON HA RAGGIUNTO LA QUALITÀ CHE AVREBBE DOVUTO AVERE.”
(LEONARDO DA VINCI)
Paris, Louvre, 29 settembre 2007
Ore 22
Anche se Gwen e Duncan si aspettano Belfagor, il fantasma del Louvre, si ritrovano nel bel mezzo di un indagine di polizia. Un uomo è stato assassinato in circostanze molto singolari. Ad indagare è stato chiamato un professore di Harward che pare sia esperto in simbolismo, esoterismo ed altre cose. Insomma un secchione letterario che non ha nulla a cui spartire con zio Keanu davanti al quale potrebbe vergognarsi solo di farsi chiamare professore!
«Dove sono i nostri avversari, è lui che dobbiamo combattere?» si chiede Duncan ad alta voce.
«Non voglio sapere …Posso uccidere il professore? Sì vero, dimmi che è lui lo spettro!» ironizza Gwen.
In effetti il protagonista della storia in cui sono capitati è un professore dipinto come esperto in misteri legati alla religione, tanto sapiente da piazzare la tomba di Maria Maddalena sotto la piramide del Louvre oltre il Metro e probabilmente in piena Senna... Senza contare le notizie false sui crociati commissionati di fantasie errate legate a credenze di origine massonica, anche questa con notevoli e ragionevoli dubbi.
«No, sono io. Lui è quello che dovete difendere!» dietro di loro non c’è Belfagor ma un fantasma dall’aspetto di un uomo sulla cinquantina ben vestito, con un completo scuro e delle gradazioni militari sconosciute sulle spalle della giacca.
In pratica è l’autore del libro in cui sono finiti dentro e non solo rappresenta la brutta ispirazione ma anche tutti i brutti libri della storia, le brutte sceneggiature, le trame buttate lì soltanto per vendere.
Se si scrive di storia bisogna avere chiaro quale storia si vuole raccontare se “una storia” o “la storia”. È vero che si possono fare entrambe le cose, ma in questo caso bisogna stare molto attenti a non far passare per LA storia, UNA storia. L’abilità dello scrittore risiede nel riuscire a dimostrare che una storia è la storia se attinge a fonti veritiere e dimostrabili per poi imbandirle di fantasia; ma non si può apparecchiare una tavola con tre gambe. E per amore di arte non si può assolutamente affermare che la storia è bella solo se funziona o se vende a discapito di quella che può essere stata la vera vicenda del passato.
Così mi si perdoni ma non posso accettare, in virtù di Caritas, che Leonardo da Vinci sia dipinto come un pazzo pederasta da una parte, puttaniere dall’altra; che in una Firenze che non è mai stata, quella di un Quattrocento depravato, nel momento invece in cui l’arte toccava il massimo per l’umanità; per ritrovare la perduta madre si faccia di oppio e segua le istruzioni di un fattucchiere che lo portano fino addirittura in Transilvania prima, nell’America di Colombo poi; mentre si tira una relazione puramente sessuale con l’amante del Magnifico che, fa pure il doppio gioco per liberare il padre dal papa Sisto che lo tiene imprigionato. Ovviamente il papa in questione è il re dei pervertiti e se la gioca con la brutta versione di Cesare Borgia, quanto a cattiva reputazione! Quindi sono questi i nemici di Duncan e Gwen, estesi anche a tutti noi perché inseriti in questo meccanismo un cui l’arte, TUTTA l’arte è calpestata in nome dei soldi e della pubblicità a spese del Bello.
L'arte deve dire qualcosa di nuovo.
Questo può farlo con i nuovi mezzi così come con le antiche tecniche, l'importante è che il nuovo si veda e sia bello. Non sopporto, come artista e come Caritas i tutti scrittori, tutti pittori, tutti musicisti... No.
A ognuno la propria arte, poi per carità se ti chiami Michelangelo Buonarroti puoi anche permetterti di averne anche più di una. Ma se sei un comune mortale accontentati di fare bene una cosa, mettici la tua passione e cerca di dirmi qualcosa di più. Non quello che pensa il gallerista, non quello che vende o la "storia che funziona"...Deve essere BELLA.
E questo vale anche per la letteratura. Non possiamo uccidere la poesia dimenticando le regole della grammatica, il bagaglio dei classici e la potenza della storia. Questa è cultura troppe volte lasciata in disparte in nome di un qualcosa di buttato lì e, molto spesso, neppure originale. Ci si copia persino le schifezze!
Gesù di Nazareth, ad esempio, non è una storia scritta da quattro scrittori ma la storia di un uomo, il figlio di Dio e questo è sacrosanto e deve essere considerato tale sia dagli storici che dai religiosi. Allora Gwen e Duncan devono dimostrare la fallacità del professore americano investigatore e contemporaneamente riportare al suo posto un amore fin troppo inflazionato e assurdo: quello di Maria Maddalena per Gesù. Non solo, lo devono fare usando la loro arte, qui in uno dei musei più belli del mondo. Così sulle note di Webber, del musical più bello di sempre, Jesus Christ Superstar; cantando Don't Know How To Love Him e Could we start again, please?, un barista tatuato e la sua ragazza dark insegnano al professore esoterista che, il suo sostenere che la Maddalena fosse stata sia stata la moglie di Gesù, madre di una stirpe di uomini e donne dal “sangue reale” è assurdo. Inotre, che una cosa del genere sia scritta da uno che per religione di nascita è proprio di quella di colui che sosteneva la Sola Scriptura risulta addirittura quasi grottesco. I pittori astratti o i cubisti, prima di scomporre l’immagine o di eliminare il plasticismo avevano bene in mente cosa stavano lasciando e superando. Vuoi smontare una storia consolidata come il Vangelo? Bene, prima conoscilo, poi puoi farne quello che vuoi e renderti credibile, la tua storia funziona non solo un virtù degli addominali del protagonista cinematografico o delle natiche della controparte femminile. Così Duncan e Gwen ballando nel corridoio con come spettatori, tra gli altri, Caravaggio, Leonardo e Raffaello illustrano sparando mana a tutto spiano nella loro danza al loro avversario la verità, l’unica plausibile perché fondata su qualcosa di paradossalmente assurdo.
«Il concetto è questo – chiarisce Duncan al termine dei brani – se vuoi vivere e sostenere una storia che smentisca delle verità, della cronaca, della fede o di entrambe, devi partire da un uomo, o meglio, da un Dio che si è fatto uomo. Se pensi a Cristo comprendi che anche una cosa così grande come il sacrificio del figlio di Dio ha avuto bisogno di un periodo di “conoscenza” sul campo. Gesù poteva fare a meno di farsi uomo, sapeva già cosa era l’umanità, l’ha creata lui. Tuttavia è nato uomo ed è vissuto come tale proprio per entrare nella storia e mutarla per sempre. Con un gesto metastorico è risorto cambiando il prima con un Vero poi, il nostro. Partendo da lì, solo con l’esperienza nella e della storia, puoi scrivere la tua poesia, dipingere la tua opera, suonare la tua musica, danzare la tua coreografia. Solo con quel punto di partenza: se l’ha fatto Dio, che è la perfezione assoluta, cosa sono io per fermarmi prima?»
«Per venire alla sua storia, il significato e il ruolo della Maddalena evangelica è che c’è sempre la possibilità del perdono di Dio – spiega Gwen al professore – anche per una donna che ha vissuto “di molti peccati” perché ha molto amato, molto le è stato perdonato! È nell’amore che si fonda tutto, poco importa cosa è stata veramente per Gesù. Anche se dubito che potesse essere una moglie perché era molto più vecchia di lui!»
«E non può tradursi in nient’ altro che questo: la speranza nella carità!» conclude Duncan. Può apparire assurdo che un ragazzo punk con tatuaggi e piercing e una ragazza dark riescano a conversare di così alta spiritualità, di Vangelo, ma è così: «Vorrei vivere nella vostra storia, purtroppo è questa la mia e a volte mi vergogno di esserne parte! – poi porge loro il cuore – Ecco, salvate Caritas e ridonate la speranza a chi non ha una vera vita! A che serve essere immortale quando il prezzo da pagare è dispensare ignoranza?»
Il fantasma del Louvre scompare nella polvere grazie all’affermazione del professore: «Coraggio!» esclama Duncan gli posa una mano sulla spalla, poi con Gwen arriva da me. Il giorno in cui si misero insieme, questo scrivono sul foglietto e sul cuore. Ancora un successo.
È quasi finita.
gentile Artista, la sua Speciale presenza nel Movimento "Cento Artisti per il Mondo" ci Onora e ci inorgoglisce, grazie, le auguro una felice e proficua permanenza cordiali saluti. Orlando Serpietri.
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