FLORINDA ZINNO
Ti ho bramata ti ho desiderata nei più reconditi anfratti del mio agire Tu
eri sempre e mai ti vedevo Il dolore era per me non aver di Te ancor la
coscienza Tu eri sempre Mille sembianze assumevi come un camaleonte: nei
sussulti del mio corpo nei deliri e nei voli della mia anima Tu eri sempre E
sol lo seppi quando il vel di Maya dai miei occhi un principe dissipo' Tu eri
sempre Conoscenza.
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Su sabbie mobili e salmastre paludi sospeso su baracconi scompaginati dove
lascivi s'affrettano, in goffo rituale, venditori di lampade morenti s' erge
solitario un ponte incantato Dal postribolo degli alienati dove vischioso, nel
suo asfissiante risuccho, il silenzio cattura chi in esso s'attarda s' apre la
porta su un candido fiume Se t'avventuri nell'attraversarlo Il linguaggio
berrai del novello Jahve' sulle placide sponde delle sue fioriture.
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Con inoppugnabile perseveranza andava un pescatore mandato da un orizzonte,
pietrificato a catturare l'innocente e inerme respiro con l'arpione di
un'inclemente corda E nel riverbero del tempo
mentre cresceva nel suo ventre la possibilità d'accogliere il battito di un
cuore il pescatore mai più spegneva l'intima essenza di un alito alla vita.
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Lasciatemi rotolare nella polvere scura per ricordarmi che viva ancor sono
Lasciatemi rotolare nella polvere scura per ritornare più dentro la terra Lasciate
che io m'imbratti i capelli per poterli ancora lavare Lasciatemi rotolare nella
polvere scura per poterne infine scoprire i Segreto
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Lacrime che sgorgate infinite e pure dai miei occhi
cessate il vostro cammino e Perle voi siate
Perle chiare Perle lucenti come il manto al sole di cui io mi orno
È bello il manto sapete!
E seppur di ferro leggero e trasparente è, come le nuvole nel cielo d'Aprile
È bello il mio manto sapete!
Quando a sera la brezza invade il cielo e si fa sempre a te più vicina è nel suo tepore che io mi avvolgo Quando l'indifferenza ferisce il mio cuore è la sua nota più dolce che ne allevia la pena
È bello il mio manto sapete!
E a chi ne chiede la provenienza:
- Non una Fata me ne ha fatto dono ma Uccelli e Fiori
l'han tessuto per me -
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Lacrime che sgorgate infinite e pure dai miei occhi
cessate il vostro cammino e Perle voi siate
Perle chiare Perle lucenti come il manto al sole di cui io mi orno
È bello il manto sapete!
E seppur di ferro leggero e trasparente è, come le nuvole nel cielo d'Aprile
È bello il mio manto sapete!
Quando a sera la brezza invade il cielo e si fa sempre a te più vicina è nel suo tepore che io mi avvolgo Quando l'indifferenza ferisce il mio cuore è la sua nota più dolce che ne allevia la pena
È bello il mio manto sapete!
E a chi ne chiede la provenienza:
- Non una Fata me ne ha fatto dono ma Uccelli e Fiori
l'han tessuto per me -
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Dal Saggio monografico "Lasciatemi Rotolare Nella Polvere Scura"
- Book Editore -
Il Saggio monografico descrive il percorso di chi vuole andare oltre
gli schematismi precostituiti, i ruoli sociali imposti, oltre la soddisfazione
egoistica dei propri bisogni per cercare di giungere alla realizzazione della
capacità di amare e di comprendere in Senso più profondo il significato della
vita.
Viaggi nel mondo della materia e in quelli dove le categorie di Spazio e Tempo
non valgono più, dove tutto può essere, a dispetto della Logica corrente,
il contrario di tutto. Brandelli di Conoscenza della Materialità e
squarci luminosi in quella "polvere scura"
come a lasciare intravedere una Danza di Luce, consentendo la
progressione sulla strada dell'autoconsapevolezza.
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